Life coaching, Nutrizione

A Natale è tutto più buono

Breve storia della sovralimentazione dell’uomo moderno.

Natale-a-dietaLa vita del nutrizionista a volte diventa un po’ abitudinaria. In alcuni periodi dell’anno ti porta ad affrontare sempre le stesse situazioni. Forse potete immaginare qual è la domanda che mi viene fatta più spesso in questo periodo: “dottò, ma a Natale come facciamo? Mi devo cucire la bocca?”

Ok, fermiamoci tutti un secondo, facciamo il solito respiro profondo e mettiamoci buoni buoni che vi racconto la storia dell’uomo… (ci metto poco, giuro!)

Che ci crediate o no l’essere umano è lo stesso di 30.000 anni fa. Dal punto di vista genetico siamo gli stessi di quelli che eravamo prima. Il DNA di Sgarbi è lo stesso (grosso modo) di quello di un uomo delle caverne. Il patrimonio genetico dell’italiano medio è praticamente identico a quello del marocchino medio.

La nostra cultura si è evoluta molto, molto, molto più velocemente dei nostri geni. Non so dirvi se sia un bene o un male ma sembra proprio che sia così.

Detto questo provate ad immaginare una cosa. Come si alimentava un uomo delle caverne? Si svegliava la mattina, salutava la moglie con la classica clavata in testa, si mangiava un frutto staccato da un albero, prendeva la lancia fatta di legno e pietra affilata, chiamava i suoi compari di tribù e se ne andava a caccia.

La caccia durava giorni e giorni e molto spesso non era fruttuosa, quindi passava momenti di digiuno. Ma non si abbatteva e insistendo riusciva a procurarsi il cibo, magari un malcapitato cervo, un cinghiale o una serie di leprotti da portare a casa, anche come regalo per la moglie maltrattata.

evolution-to-fatVien da sé pensare che la sua alimentazione era piuttosto scarsa, mangiava principalmente frutta e ogni tanto carne e di certo il suo introito calorico e di nutrienti era piuttosto basso. Ci sono voluti secoli prima che cominciasse a coltivare i cereali, i legumi, ad allevare gli animali e a produrre latte e latticini. Poi dopo diverse migliaia di anni è arrivata l’industria e poi l’industria alimentare (che sapete quanto io ami….).

Con il “benessere” l’uomo è diventato moderno, ha abbandonato la lancia, si è dato una lavata (almeno qualcuno l’ha fatto) e ha smesso di andare a caccia. E’ entrato nei supermercati e ha iniziato a comprare, comprare, comprare. Comprare era davvero molto più facile che appostarsi giorni dietro un cespuglio, con la pioggia e con il sole nell’attesa che la preda si facesse vedere e che riuscisse a catturarla prima dei lupi o dei leoni.

Grazie al “benessere” ora l’uomo può mangiare a volontà. E ha quindi iniziato a farlo. Mangia carne tutti i giorni, mangia cereali fatti in tutti i modi possibili, mangia tutto quello che gli capita sotto tiro e mangia tanto (almeno l’uomo occidentale…). Solo che il suo patrimonio genetico è “tarato” sui comportamenti dell’uomo delle caverne e quindi non è in grado di smaltire e di metabolizzare tutto quel carico di lavoro. In più ha un programma molto molto utile (se sei un uomo delle caverne). Quando gli arriva energia in eccesso, la accumula in grasso, così in tempi di magra la potrà riutilizzare. Il problema dunque è che i tempi di magra oggi sono rari e quel programma per l’uomo moderno non è più così determinante come per il nostro simpatico (più o meno) antenato cavernicolo. E per questo ingrassa e con il sovrappeso e l’obesità si ammala e in alcuni casi anche molto seriamente. Alcuni dei tumori che abbiamo oggi sembra che derivino dalla cattiva alimentazione.

diet-christmasokNegli ultimi anni ormai siamo arrivati a capire che il comportamento più sano, il vero elisir di lunga vita, sia legato a consumare meno, molto meno di quello che normalmente facciamo. Mangiare meno, mangiare meno zuccheri soprattutto (sia semplici ma anche complessi e raffinati come la pasta) ci porterà al vero benessere.

Facendo questo discorso con un mio caro amico qualche sera fa a cena mi sono sentito rispondere “Però se io devo togliere per sempre la pasta per vivere più a lungo, preferisco morire prima..” Al di là della battuta il suo appunto è assolutamente comprensibile. L’alimentazione ha una forte componente emotiva ma anche conviviale, quindi non è realmente possibile pensare di tornare a nutrirsi come gli uomini delle caverne, loro non sapevano nemmeno cosa fosse il Natale. Però è un suicidio continuare a nutrirci come de piranha affamati, quindi come facciamo? forse potrebbe essere utile trovare la giusta via di mezzo.

Rispondo alla domanda iniziale. Il Natale per tante persone è un momento importante, di felicità e gioia, anche in cucina. Per molti Natale non è un giorno, è un periodo, quindi il consiglio è:

GODIAMOCELO!

Parlo dei giorni principali, che nel complesso sono 2 o 3. Facciamoli diventare una parte integrante delle nostre abitudini alimentari. Normalmente mangiamo sano, mangiamo bene, mangiamo il giusto e, quando capita, godiamoci i momenti più belli. In questo modo saremo in salute, saremo consapevoli di porterci permettere di sgarrare nei giorni di festa con serenità. Per me questa può essere la vera EVOLUZIONE ALIMENTARE che ci porterà al vero BENESSERE.

Buon Natale a tutti!

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